in Mostra a… Primo piano 

African Headrests

L’arte dei poggiatesta nell’Africa orientale e meridionale. Al MAS di Milano, sculture e fotografie focalizzano l’attenzione su un caratteristico oggetto d’uso.

di Marina Pescatori

La crescente attenzione verso tutto ciò che appartiene al Continente africano – ed in particolare dei collezionisti verso le arti applicate delle sue popolazioni – ha portato negli ultimi decenni al fiorire di iniziative culturali, espositive e commerciali di cui sono protagonisti sia i lavori degli artisti contemporanei – ai quali importanti gallerie d’arte in tutto il mondo hanno aperto le porte – sia i prodotti della tradizione artigiana etnica già da tempo noti e apprezzati da estimatori sempre a caccia presso privati e case d’asta del pezzo mancante alla loro raccolta.
Se da un lato un’élite di intenditori di maschere, statuine e oggetti d’uso subsahariani alimenta un mercato in espansione, dall’altro un pubblico di nuovi curiosi e probabili futuri acquirenti sente la necessità di avere maggiori informazioni in merito alle testimonianze di cultura materiale provenienti da questa vasta area geografica ancora non del tutto artisticamente esplorata.

In mostra a Milano

Approfondisce senz’altro il tema “Patrimonio artistico da scoprire” African Headrests. L’arte dei poggiatesta nell’Africa orientale e meridionale, mostra che apre il 12 maggio al Museo di Arte e Scienza di Milano. Ad illustrare il piccolo oggetto d’uso, attraverso un centinaio tra sculture e fotografie, sono i coniugi Bruno Albertino e Anna Alberghina, noti collezionisti che già nel 2017, ospiti dello stesso Museo, avevano curato Mama Africa, la bella mostra focalizzata sulla rappresentazione artistica e antropologica della maternità, testimone anche della nota influenza che l’estetica di queste lontane popolazioni ha avuto sulle avanguardie espressive occidentali tra Otto e Novecento.
Con la nuova proposta messa a punto in collaborazione con Paolo Novaresio, esperto di storia, arte e cultura dei popoli africani, la coppia di studiosi torinesi torna ora al MAS con uno zoom sull’artigianato d’uso domestico assurto ad opera d’arte. “In questa mostra – spiegano – ci proponiamo di analizzare le caratteristiche estetiche e formali, il significato, le modalità d’uso ed il contesto etnografico in cui erano e sono ancora utilizzati presso talune popolazioni i poggiatesta tradizionali dell’Africa orientale e meridionale”.

 

Popolo Somali, Somalia. Poggiatesta, prima metà XX secolo, h. cm 15,5, legno leggero con patina d’uso scura, incisioni geometriche sotto la piattaforma e sulle estremità.
Ex coll. Galérie Timbuktu Francia. Coll. A&A

 

Funzione e autenticità dell’oggetto

“I poggiatesta – spiegano i curatori della mostra – sono oggetti molto semplici, in passato particolarmente diffusi nei paesi dell’est, del sud e del centro del continente africano. Si presentano come piccole sculture prevalentemente in legno, utilizzate per proteggere le acconciature durante il sonno e riposare con la testa sollevata dal suolo al sicuro dagli insetti molesti e pericolosi. Entrambi i sessi ne fanno uso, ma in prevalenza gli uomini, che li portano sempre con sé durante gli spostamenti; le donne, invece, li utilizzano soprattutto in ambiente domestico”.

 

Utilizzo pratico del poggiatesta

 

Pur nella loro basilare funzione d’uso pratico, i poggiatesta assumono inaspettati significati culturali determinati dall’ effettivo utilizzo nell’ambito della società tribale. Infatti, così come avviene per altre tipologie africane quali: maschere, statuine, ecc., la specificità di essere oggetti realmente “vissuti” fornisce loro identità artistica e collezionistica degna di attenzione – con tutto ciò che ne consegue anche a livello di stima nel mercato – un’autenticità che guarda “oltre”, al di là di quella che siamo comunemente abituati a ricercare negli oggetti occidentali.
“I poggiatesta – spiegano i curatori – possono essere considerati ‘autentici’ quando sono creati e utilizzati dai componenti di un gruppo etnico e non sono stati scolpiti per essere venduti”, ossia non sono realizzati appositamente per essere immessi nel mercato dell’artigianato artistico. Solo così “superano il ruolo di ‘oggetti d’uso’ per trasformarsi in piccole ‘opere d’arte’ che racchiudono vari aspetti: funzionale, artistico, sociale e simbolico”. L’accuratezza nella lavorazione che alcuni di essi presentano lo testimonia: l’ aspetto formale evidenzia lo status del proprietario ma anche la sua possibile funzione nell’ambito di appartenenza, “un’estetica elegante e inconsueta sottolinea il rango dell’individuo e il suo ruolo nel gruppo, e in Africa ruolo sociale e ruolo rituale spesso coincidono”.
Se ne ricava, in conclusione, che riconoscere autenticità e conseguente valore economico di un oggetto africano non è cosa da poco giacché, di utilizzo cerimoniale, magico o pratico che sia, deve rispondere a determinati caratteri che travalicano la sua certificazione di pezzo sufficientemente d’epoca e artisticamente attraente.

 

Popoli Somali e Boni, Somalia. Poggiatesta, prima metà XX secolo, h cm 16, legno con patina d’uso da protratto utilizzo, incisioni ad intreccio sulla base, supporto e piattaforma.
Ex coll. Shumeta Gallery, Addis Ababa, Etiopia. Coll. A&A

 

Il catalogo della Mostra

Gli autori del volume African Headrests sono gli stessi che hanno curato la mostra milanese.
Bruno Albertino, medico ed instancabile viaggiatore dall’età di 17 anni, ha percorso gli itinerari più remoti dell’Africa, maturando durante i suoi viaggi un vivo interesse per le arti primitive di quei luoghi. Curatore di numerose mostre di settore, collabora con istituzioni pubbliche, private e musei. Tra le sue pubblicazioni: “Maschere d’Africa”, “Mama Africa”, “African Style”, “La danza degli spiriti” e “Modigliani e l’Art Nègre”.
Anna Alberghina, anche lei medico, da sempre subisce il fascino dell’etnografia e delle arti primitive. Appassionata di fotoreportage di viaggio, ha al suo attivo numerose mostre fotografiche e predilige il ritratto con particolare attenzione all’universo femminile. Viaggiatrice da 40 anni, collabora con numerose associazioni culturali e riviste di settore; ha pubblicato numerosi libri nel campo delle Arti Africane e curato svariate mostre sul tema.
Paolo Novaresio è curatore del Dipartimento Arti africane presso Cambi Casa d’Aste a Genova. Dal 1975 viaggia a tempo pieno, soprattutto in Africa, e da anni si occupa di storia dei viaggi e delle esplorazioni. Ha scritto per note riviste e quotidiani articoli riguardanti la storia, l’arte e la cultura dei popoli africani. Ha pubblicato: “Uomini verso l’ignoto”, sulla storia dell’esplorazione, “Sahara”, “Africa Flying High”, “Grandi fiumi del Mondo” e “Ultima Africa”, monografia sulle etnie dell’Etiopia meridionale. Recentemente ha organizzato e curato la mostra L’uomo con la valigia. Piccola storia del bagaglio per conto della Fondazione Torino Musei, dichiarata mostra dell’anno in Piemonte.

 

A sinistra: gli studiosi e coniugi Bruno Albertino e Anna Alberghina in Africa. A destra: il Catalogo della mostra al MAS, edito da Effatà

 

 

MAS – Museo d’Arte e Scienza, Milano

Il Museo d’Arte e Scienza è un laboratorio di ricerca e sviluppo culturale dalla vocazione multietnica. Nasce nel 1990 per volere di Gottfried Matthaes, fisico e collezionista di origini tedesche, con il duplice scopo di ospitare, da un lato, la sua enorme collezione d’arte e d’antiquariato e, dall’altro, diventare un punto di riferimento e ricerca avanzata per il riconoscimento dell’autenticità nell’arte.
Il Museo vanta diverse esposizioni permanenti tra cui quelle di: Ceramiche da Scavo di provenienza greco-romana ed etrusca, cinese e sudamericana, una raccolta definita dal Ministero Italiano per i Beni Culturali e Ambientali, con Decreto del 5.5.1997 “Collezione di eccezionale interesse storico culturale”; Arte Buddhista, che presenta un’accurata selezione di notevoli pezzi provenienti da Thailandia, Birmania, Cina e Giappone, considerata una tra le più belle raccolte italiane di area indocinese; Arte Africana che propone statue, troni, tessuti, tamburi, oggetti di culto e tantissime maschere dai profondi e diversi significati.

 


“African Headrests. Tribal pillows from eastern and southern Africa. L’arte dei poggiatesta nell’Africa orientale e meridionale”
MAS – Museo d’Arte e Scienza
Milano, via Quintino Sella 4
dal 12 maggio al 1 giugno 2022
Orario: lunedì, mercoledì, venerdì 10-18; martedì, giovedì 14-18; sabato e domenica chiuso
www.museoartescienza.com

Related posts