“Del Campo”. Quando Torino aveva smalto
“Del Campo”
Un marchio artistico italiano esportato in tutto il mondo
di Raffaella Tione
Il fortunato incontro con tre collezioniste di razza (Claudia Ruggerini, classe 1922, partigiana, neuropsichiatra infantile e sensibile estimatrice d’arte, Paola Cazzola Zanotelli, collezionista e esperta d’arte dal gusto raffinato, Bianca Malfettano, ex responsabile della Galleria d’arte delle Fonderie Bosisio di Milano) ci consente di riscoprire la manifattura Del Campo, azienda torinese molto particolare, produttrice di oggetti di arredo e design: bijoux, vasi, statuette, soprammobili e complementi d’arredo realizzati da maestri dello smalto su metallo. Grazie alle loro collezioni, complessivamente più di 250 pezzi, possiamo presentare in questo servizio un significativo repertorio dell’intera produzione Del Campo.
A cavallo tra gli anni ’50 e ’60 nel capoluogo piemontese si respira un’atmosfera ricca di esperienze e sperimentazioni che, nel mondo della ricerca, dell’industria e dell’arte, consacrano la città come punto di riferimento nazionale dell’industrial design, insieme a Milano e Roma. Il forte impulso all’innovazione che, nel secondo dopoguerra, aveva investito il paese sia in ambito culturale che sociale e produttivo, stimola le avanguardie artistiche all’approfondimento e alla sperimentazione di molteplici tecniche nuove, tra cui quella dello smalto. Già dal 1933 Paolo De Poli si era dedicato allo studio di quest’arte del fuoco, definita “a gran fuoco o dell’alto fuoco”, con una maestria tale da essere considerato il padre della scuola italiana dello smalto, come avrebbe detto in seguito Gio Ponti.
L’arte dello smalto è antica e complessa. Unisce le abilità tecniche caratteristiche della produzione del vetro a quelle dell’oreficeria. Il risultato è un prodotto pregiato realizzato in un materiale brillante e lucido, che si conserva inalterato nel tempo
Le creazioni Del Campo nascono dal sodalizio artistico e lavorativo di quattro studenti – Virgilio Bari, Lidya Lanfranconi, Euclide Chiambretti e Bianca Tuninetto – della Scuola di pittura della “Libera Accademia” di Torino i quali, terminati gli studi, nel 1952 iniziano l’attività artistica presso la bottega del loro maestro Idro Colombi, in piazza Cavour. Nel corso di questa prima esperienza le opere prodotte dall’atelier vengono firmate con il nome collettivo di “Comunità Artistica”, nello spirito e nella tradizione delle antiche botteghe artigiane. Nel 1957, Virgilio Bari, Lidya Lanfranconi, Euclide Chiambretti e Bianca Tuninetto decidono di intraprendere un percorso indipendente e fondano lo studio “Del Campo”, il cui obiettivo è sperimentare nuove forme e tecniche. In segno di continuità, rinunciano ad apporre sulle loro opere la firma individuale e scelgono come logo il segno grafico che per gli Etruschi rappresentava il solco tracciato per definire una proprietà. Allo stesso modo il simbolo identifica un’opera a carattere collettivo di proprietà dello Studio. In merito alla tipologia di lavorazione, scelgono di reinterpretare la tecnica dello smalto a gran fuoco e la loro ricerca si volge all’esperienza dei frati del monastero francese di St. Martin di Ligugé – che dalla metà degli anni quaranta producevano smalti in questa antica tecnica – con i quali intraprendono un intenso scambio epistolare. Nei locali di via Bellardi n. 100, alla periferia di Torino, il gruppo costruisce il primo forno per smalti a gran fuoco, dando così inizio alla produzione sia dei tradizionali oggetti preziosi e di arte sacra (tipici di questa tecnica), sia di più comuni e funzionali oggetti per la casa moderna e complementi d’arredo: sculture, pannelli decorativi e oggetti artistici d’uso (vasi, posaceneri, vassoi, coppe, piatti, centritavola, svuotatasche), smaltati su lamine d’argento e di rame. In particolare, la produzione di maniglie smaltate su lamina d’argento, realizzata per le vetrate dell’azienda Crystal Art, avrà un grande successo conquistando un ampio mercato, anche in ragione della crescente richiesta alimentata dal boom edilizio. In oltre cinquant’anni di attività, il marchio Del Campo – rimasto attivo fino al 1997 – ha creato una produzione ampia e variegata che ha saputo valorizzare le qualità intrinseche dello smalto: la brillantezza, la stabilità e la varietà della gamma dei colori (composta di 800 colori base e fino a 36000 variazioni di tono), riuscendo a tradurre, in questa antica tecnica artistica, l’evoluzione del gusto dell’arte contemporanea, apportandole inoltre una rara capacità innovativa. Nella loro produzione questi artisti hanno sperimentato l’impiego di diversi metalli (rame, argento, bronzo, ferro battuto e acciaio), approfondendo la ricerca plastica e pittorica e cimentandosi nelle più varie tecniche quali cloisonné, champlevé-reservé (di tradizione celtica), basse taille, grisaille, utilizzate con una continua contaminazione, vivacità d’ispirazione e freschezza interpretativa.
Il gruppo Del Campo si è impegnato con successo anche nel tradurre in ricerca estetica le varie espressioni pittoriche contemporanee, tenendo sempre presente l’evoluzione del mercato e giungendo a trasferire le esperienze della tecnica dello smalto a gran fuoco nell’ambito della decorazione parietale e nella scultura. Ne sono un esempio sia le opere commissionate da importanti banche (Istituto San Paolo di Torino, Cassa di Risparmio di Torino, Banca Nazionale del Lavoro di Torino, Banca Nazionale delle Comunicazioni di Roma) e chiese (l’altare della Cappella dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, la pala per il Santuario della Madonna della Pace di Toronto, una Via Crucis per la Chiesa San Paolo di Cascine Vica – TO), sia l’attiva collaborazione con famosi architetti quali Massoni, Graziosi, Trompetto, Savoino, Filippi, Cavallini, Romano, Morbelli, Toni Cordero, Gio Ponti. Il successo del marchio è stato sancito anche da alcune importanti commissioni: i 400 pannelli decorativi in argento a bassorilievo e smalti in tecnica champlevé-reservé (cm. 80×20), realizzati per gli arredi dei transatlantici Michelangelo e Raffaello, appartenenti alla Società Italia di Navigazione (1962-63), la decorazione realizzata per la Scuola Media Statale di Rivoli, nel 1958, raffigurante la Storia dell’evoluzione e quella presso il Palazzo del Governo della Regione Valle d’Aosta ad Aosta (1963). È firmato Del Campo anche il servizio da Vermuth, in 7 pezzi, donato alla famiglia Grimaldi per le nozze del Principe Ranieri di Monaco con l’attrice Grace Kelly, un set realizzato con la tecnica del cloisonné, in oro, argento e rame smaltato, la cui iconografia decorativa rievoca le vicende della Casata. La manifattura Del Campo ha altresì ottenuto successo sul mercato internazionale, in particolare negli Stati Uniti e in Giappone, anche grazie alle numerose partecipazioni a mostre personali e collettive che ne hanno accresciuto notorietà e autorevolezza.
La storia espositiva
La prima personale Del Campo, presso la Galleria Martina di Torino, risale al 1957. Nello stesso anno il gruppo partecipa alla Triennale di Milano presentando piatti, coppe e vasi realizzati su disegno di Gio Ponti e viene invitato a presentare oggettistica, pannelli murali, piccole sculture in una personale presso la Galleria “La Meridiana” di Biella (TO). Quest’ultima sarà occasione per un importante incontro, quello con le proprietarie della Galleria “Il Sestante” di Milano, in via della Spiga, le signore Matteucci, che a loro volta ospiteranno due personali Del Campo nel ’57 e nel ’79. Il rapporto di amicizia e stima reciproca con le galleriste, duraturo e ricco di stimoli, favorirà l’introduzione e la notorietà del marchio nel contesto milanese – in quegli anni vivacissimo e frequentato da artisti e designer – con tutti i vantaggi conseguenti, sia in ambito italiano, che internazionale. Negli anni Cinquanta, altre mostre Del Campo sono ospitate dalla Galleria Ranzini di Milano e dalla Galleria Rotta di Genova (1958). Nel 1983, una personale dal titolo Arte in Mostra viene organizzata dal Centro Culturale di Avigliana (TO). Segue, nel 1985, la personale presso la Galleria svizzera l’Embellie di Montreux. Numerose sono le presenze del gruppo alla triennale di Milano (X, XI, XII, XIV edizione, tra il 1954 e il 1968) e non meno importanti e frequenti le partecipazioni a mostre collettive: la VI, X e XI Mostra d’Arte Contemporanea di Torre Pellice (TO); la Biennale di Arte Sacra Angelicum di Milano; la III Biennale Internazionale; L’art de l’Email di Limoges; la mostra Forme e colori d’Italia ad Amsterdam – Copenaghen – Stoccolma – Oslo; la mostra itinerante dedicata a un gruppo di artisti italiani (Rui, Valentini, Del Campo) tenutasi in Germania tra il maggio e il dicembre 1961 nelle sedi di Gewerbemuseum der Bayerischen Landesgewerbeanstalt di Norimberga, Stadtisches Karl Ernst Osthaus Museum di Hagen, Stadtmuseum di Monaco, Pfalzische Landesgewerbeanstalt di Kaiserslautern); la Quadriennale d’Arte della Promotrice a Torino; la 25° Mostra Mercato Internazionale di Firenze del 1961; la Biennale d’Arte del Metallo di Gubbio (edizioni del 1961 – 65 – 67 – 69); la Mostra dedicata a Gruppo Del Campo, De Poli, Bruno Munari, Enzo Mari, Fausto Melotti tenutasi all’Aeroporto di Milano. Opere Del Campo sono conservate in prestigiose sedi museali, quali il Museo Nazionale di Arti Decorative di Stoccolma, il Museo Nazionale dell’Artigianato di Firenze e presso collezioni private di Roma, Milano, Lima, New York, Zurigo, Basilea, Caracas, Los Angeles, Vienna, Tokio, Principato di Monaco.
Valutazioni
Alcuni pezzi Del Campo sono stati battuti in asta da: Cambi di Genova, Sant’Agostino di Torino, Galleria Boetto di Genova, Sam Kaufman Gallery di Los Angeles. Un centrotavola in rame decorato con smalti policromi, sul retro incusso, è stato proposto non molto tempo fa dalla Cambi a 250,00-300,00 euro, mentre una ciotola in metallo e smalti, diametro cm 25, veniva valutata 300,00-350,00 euro (per orientarsi sulle valutazioni in dollari vedi link https://www.1stdibs.com/search/?q=del+campo). Con un po’ di fortuna è possibile trovare pezzi fatti in serie, di piccole e medie dimensioni, in vendita presso fiere, mercatini e negozi di antiquariato e modernariato. Abbiamo visto: un piatto smaltato cm 20×20, proposto a 200,00 euro, uno di cm 25×25, sui 250,00 euro, e un piatto da cm 35 di diametro, con figure ispirate allo stile Picasso in colori tenui, a 350,00 euro. I vasi, h cm 25, costano sui 300,00-350,00 euro mentre i svuotatasche cm 20 di diametro circa vengono proposti a 200,00-250,00 euro. Delle maniglie in bronzo con la raffigurazione di San Paolo scolpita a figura piena, sono state pagate 350,00 euro (non si tratta di pezzi unici, ma in serie di 50/100 pezzi). Sculture a tutto tondo di medie dimensioni sono valutate tra i 2.000-1.000 euro, mentre pannelli e sculture di più grandi dimensioni come Re e Regina sono valutati tra i 6.000-7.000 euro. Così come tutti gli altri beni d’antiquariato e collezionismo in generale, anche l’oggettistica di questo marchio ha subito ribassi in ragione dell’attuale crisi generale. Anche i pezzi particolari per firma: i piatti Del Campo – Gio Ponti del 1958, valgono oggi 1.800-2.200 euro; gli stessi, su un catalogo Christie’s del 1987, erano valutati 6.000-8.000 sterline. Visti in Internet. Ciotola Del Campo in rame smaltato anni ’50: 70,00 euro; ciotola in rame smaltato, anni ’50 firmata De Poli – Del Campo: 120,00 euro. Scultura “DEL CAMPO” 1/50 pezzi, raffigurante Arapacis, tecnica fusione bronzo, argento e smalti, con certificazione originale “DEL CAMPO”, 350,00 euro (simile all’opera Felix Italia riportata a destra).
Articolo pubblicato su La Gazzetta dell’Antiquariato n. 243 – Aprile 2016