Urbino-Fano-Pesaro. Nelle Marche alla ricerca del “Rinascimento segreto” (prorogata fino all’1 ottobre 2017)
Tre sedi espositive, per un totale di circa ottanta opere esposte fino all’1 ottobre 2017. Vittorio Sgarbi mette a segno un’altra iniziativa di successo fra quelle messe a punto per incrementare il turismo culturale nelle regioni centrali interessate dal terremoto, e per le quali il noto critico si sta adoperando in diversi modi.
Si tratta di un percorso artistico tutto marchigiano legato al Rinascimento, che vede uscire dai caveau preziosità difficilmente visibili giacché appartenenti a fondazioni bancarie, istituzioni e collezioni private: dipinti, sculture e oggetti creati dalla metà del Quattrocento alla metà del Cinquecento che formano un patrimonio artistico “segreto”.
Il Rinascimento, periodo storico fervido d’inventiva, viene espresso nell’arte in maniera esemplare da maestri che hanno segnato la storia della rappresentazione umana.
Tra la metà del Quattrocento e la metà del secolo successivo, a Firenze come a Venezia e a Ferrara, nelle Marche come in Sicilia, in Sardegna, in Friuli, in Lombardia, teorici di un pensiero che trasforma la semplice pittura devozionale in riflessione circa la condizione umana, pongono l’uomo al centro in una visione universale dell’esistenza, creando opere sempre più concettualmente sofisticate e innovative. Sono anni in cui Mantegna, Botticelli, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Bellini, Lotto, Tiziano, Correggio, Parmigianino, operano in un continuo superamento l’uno dell’altro e di se stessi, mentre le Signorie si sfidano nell’esibire potere e ricchezza attraverso le commesse d’arte ai più accreditati maestri.
Il prezioso omaggio marchigiano al Rinascimento segreto vede la sinergia di tre antiche città: Urbino, Fano e Pesaro, che per l’occasione hanno messo a disposizione tre sedi già di per sé luoghi d’arte: il Palazzo Ducale a Urbino, il Palazzo Malatestiano a Fano, i Musei Civici a Pesaro. E non è un caso. L’intento, infatti, è quello di creare un dialogo tra le opere dello stesso periodo già visibili in permanenza sul territorio e le nuove presenze raccolte con non poche difficoltà dal curatore Vittorio Sgarbi che dichiara: «Rinascimento segreto è una mostra difficile. C’è una complessità di ricerca sia delle opere che degli autori che rende questa mostra di livello sofisticato. Accanto a Raffaello e Perugino, si possono ammirare tanti artisti che ancora si muovono nell’anonimato, conquiste della ricerca critica recente o artisti pur conclamati ma ancora oggetto di studio».
URBINO. Palazzo Ducale, Sale del Castellare
Tutte le scuole italiane sono presenti nella sezione della mostra che Sgarbi ha raccolto a Urbino, città che grazie alle scelte di Federico da Montefeltro, principe aculturato ed esteta, fu una delle interpreti più raffinate del Rinascimento.
Negli anni della sua signoria, 1444-1482, Federico rinnovò in maniera radicale il contesto urbano della città; convocò per abbellirla e strutturarla artisti, decoratori, architetti, nomi di spicco come Piero della Francesca e Leon Battista Alberti.
Centro architettonico e artistico di Urbino è il grandioso Palazzo Ducale progettato da Francesco Laurana e completato da Francesco di Giorgio Martini, al cui piano nobile sono situate le opere più importanti della Galleria Nazionale delle Marche che vi ha sede dal 1912; tra esse, la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca e La Muta di Raffaello.
Presso il piano nobile del maestoso Palazzo , imperdibile, la sosta presso il famoso Studiolo di Federico, piccola stanza/scrigno interamente rivestita di tarsie lignee realizzate da Giuliano e Benedetto da Milano, un unicum che cattura l’attenzione dei visitatori appassionati di arti applicate.
Non lontano da questi capolavori, nelle sale del Castellare, Rinascimento segreto propone oltre quaranta opere tra cui il San Sebastiano del Perugino (1490), l’Imposizione del nome al Battista del Pontormo (1524 ca), il San Rocco del Parmigianino (1526 ca.).
PESARO. Museo Civico
La sezione veneziana della mostra Rinascimento segreto, arricchita dalla presenza di artisti quali Bonifacio de’ Pitati, Marco Bello, Filippo da Verona, non a caso è allestita presso il Museo Civico dove in permanenza è visibile la monumentale “Incoronazione della Vergine”, riconosciuto capolavoro del Rinascimento italiano realizzato da Giovanni Bellini.
Intorno al 1475 la grande pala destinata alla Chiesa di San Francesco giunse da Venezia a Pesaro via mare; con essa il massimo pittore veneziano del Quattrocento inaugurava il nuovo corso della pittura veneta, traghettandola, attraverso la sua sensibilità artistica, verso una visione moderna dell’opera d’arte, arricchita di una luce chiara e di un’armonica sintesi tra architetture, paesaggio e figure, sulla linea tracciata da Piero della Francesca. Ma non è questa l’unica chicca presente nel Museo Civico pesarese che, posto in Palazzo Mosca, già residenza di una delle famiglie più illustri della città, ospita nelle sue sale ricche testimonianze non solo pittoriche ma anche di arte applicata, insiemi di tipologie differenti che trovano origine da nuclei acquisiti tra Otto e Novecento. Proviene, ad esempio, dalla raccolta appartenuta al cavalier Domenico Mazza il corpus più prestigioso dell’importante esposizione di maioliche rinascimentali, mentre alla famiglia della marchesa Vittoria Toschi Mosca si deve la presenza di una pregevole oggettistica d’arredo comprendente, oltre ai dipinti, mobili, orologi, tessuti. Nella parte seminterrata, inoltre, visibili esempi di lavorazioni ceramiche e vetri artistici dello scorso secolo.
FANO. Museo Archeologico e Pinacoteca
«Nella sezione di Fano, con riferimento alla grande tradizione romana, si mostrano le sculture che raccontano meglio il collegamento con l’arte plastica del mondo antico, insieme a ceramiche ed oreficeria » precisa Vittorio Sgarbi.
Anche in questo caso le opere sono in raccordo con quanto già presente nel Palazzo Malatestiano, la grande opera architettonica che ospita dal 1898 il Museo Civico Archeologico e la Pinacoteca.
L’antica dimora, che conserva una delle più pregevoli raccolte di dipinti delle Marche, sorse per volere di Galeotto I Malatesta dopo il 1357 e venne ampliata da Pandolfo III tra il 1413 e il 1421. In essa si possono ammirare lavori di scuola locale, ma anche veneta, bolognese e romana, che testimoniano l’excursus della pittura in Fano e nelle Marche dal XIV secolo ai giorni nostri, evidenziando i contatti che il territorio ebbe con le più diverse correnti artistiche italiane. Tra le altre testimonianze di pregio, l’ammiratissimo Angelo Custode del Guercino, la Sacra Conversazione di Giovanni Santi realizzata per la chiesa di Santa Croce, il David con la testa di Golia attribuito al Domenichino.
Le opere giunte in occasione della mostra Rinascimento segreto sono state sistemate nella sala Morganti cui si accede da una porta laterale che si apre in fondo alla Corte Malatestiana. Nell’ampio spazio espositivo che prende nome dagli autori dell’imponente pala con San Michele Arcangelo visibile in Pinacoteca, trovano posto una decina di lavori tra cui segnaliamo il Cristo passo di Agostino de Fundulis (1500 ca.), la Testa di fanciullo di Antonio Rossellino (1480 ca.) e una Croce processionale della scuola di Donatello (1470 ca.).
Altro da vedere a Pesaro
La Casa Museo Gioacchino Rossini
Ospitata nella palazzina sull’antica via del Duomo, oggi via Rossini, dove il grande maestro nacque il 29 febbraio 1792, la Casa Museo conserva un ricco patrimonio di stampe e alcuni cimeli legati alla vita e all’opera del Maestro.
Il percorso espositivo al primo piano è articolato secondo un itinerario biografico-creativo che vede nell’utilizzo di occhiali multimediali la possibilità di essere accompagnati in visita dal Rossini stesso, operando una sorta di magia.
Al piano terra, un vero e proprio Store a lui dedicato, l’unico al mondo, è riferimento per gli appassionati alla ricerca di materiale di qualità, mentre all’ultimo piano, in onore della passione culinaria del maestro, Rossini Gourmet offre un’esperienza degustativa di “prodotti rossiniani” ascoltando musica e narrazioni storiche attraverso una cuffia wireless.
La Sinagoga sefardita
La Sinagoga sefardita, ovvero di culto spagnolo, si trova nel cuore dell’antico quartiere ebraico, ma l’edificio non presenta all’esterno alcun elemento che lo segnali come luogo di culto. La sua costruzione risale alla metà del XVI secolo periodo in cui il porto di Pesaro – ampliato da Guidobaldo II Della Rovere – prese vigore avendo sostituito negli scambi commerciali quello di Ancona, boicottato da Gracia Mendes dalla Turchia, in risposta alla strage dei ‘marrani’ ad Ancona (1555). Fu allora che in città arrivarono e si stabilirono i molti ebrei portoghesi che diedero vita alla sede in cui praticare culto e studio.
Al piano terra dell’edificio si trovano il forno, la vasca per i bagni di purificazione, il pozzo. Al primo piano, la grande sala delle Preghiere il cui soffitto è decorato a stucco con rosoni e serti di quercia, un omaggio degli ebrei sefarditi ai Della Rovere, signori di Pesaro.
La Domus romana di via dell’Abbondanza
L’area archeologica di via dell’Abbondanza scoperta nel corso di lavori edili nel 2004 e musealizzata nel 2015 è accessibile al pubblico con modalità di fruizione all’avanguardia.
Si tratta di un esempio di abitazione signorile della prima età imperiale romana, ricca di apparati decorativi. I mosaici, tutti in bianco e nero, sono ampiamente conservati, degli affreschi, invece, restano in posto solo alcune porzioni alla base di alcuni ambienti.
Al V secolo d.C. si data la costruzione dell’impianto termale che occupa una parte della zona che è stato possibile scavare, trovandosi l’intero complesso al di sotto delle odierne abitazioni.
Sulle odierne pareti in cemento, ricostruzioni tridimensionali permettono la visione virtuale dei diversi ambienti della Domus e scene di vita quotidiana.
Scheda informativa:
Rinascimento segreto
Prorogata fino all’1 ottobre 2017
Sedi: Urbino, Palazzo Ducale, Sale del Castellare;
Fano, Museo Archeologico e Pinacoteca del Palazzo Malatestiano, Sala Morganti;
Pesaro, Musei Civici Palazzo Mosca.
Orario: Urbino da martedì a domenica e festivi 10-18, chiuso lunedì non festivo;
Pesaro e Fano da martedì a domenica e festivi 10-13 / 16-19, chiuso lunedì non festivo.
Le biglietterie chiudono mezz’ora prima