A Castel Sant’Elmo, nuove acquisizioni per la storia delle arti del ’900 a Napoli
a cura di Edy Moretti
Il Museo del Novecento a Castel Sant’Elmo si arricchisce in permanenza di una nuova raccolta, soprattutto di ceramiche, legata al ’900. Le opere sono state acquisite attraverso comodati di collezionisti privati, grazie al lavoro di ricerca condotto da Maria Grazia Gargiulo, studiosa impegnata a preservare la produzione artistica legata alla storia delle arti decorative e a valorizzarne il carattere di appartenenza. La sua ricerca in ambito napoletano, condotta con minuzia e capillarmente, unita alla disponibilità del Museo ad accogliere i frutti del suo lavoro, ha portato alla riuscita e meritevole messa a fuoco di un periodo poco illustrato del patrimonio nascosto locale ma pur sempre di spessore nazionale, una mancanza di visibilità causata della scarsa puntuale ricognizione sul territorio. Il Museo del Novecento a Napoli è stato aperto nel 2010 per volontà dell’allora soprintendente Nicola Spinosa e dell’ex direttrice Angela Tecce. Da allora non ha smesso la sua ricerca di nuovi materiali da inserire in collezione al fine di rendersi testimone della complessità di un secolo durante il quale Napoli è stata vitale centro culturale e artistico.
Le nuove proposte ceramiche, in esposizione per la prima volta, sono una ventina. Individuano il periodo che va dal 1920 al 1950 circa, un arco di tempo durante il quale anche il meridione, e nello specifico Napoli, ha espresso significativi linguaggi artistici. Cogliendo ed elaborando con originalità impulsi internazionali, gli artisti e gli artigiani locali hanno dato vita a interessanti esiti nelle arti pittoriche come in quelle plastiche, opere che hanno influenzato il gusto e l’orientato delle scelte degli amanti delle arti decorative. La selezione di ceramiche visibile a Castel Sant’Elmo non si limita ai nomi più noti, piuttosto dà spazio a personalità artistiche meno evidenti nel panorama nazionale ma altrettanto apprezzabili, composte in un percorso che mira a rappresentare i linguaggi figurativi e plastici dell’epoca ad ampio spettro. Le opere presentate in questa occasione sono la testimonianza di alcune esperienze, tra le più significative di quegli anni. Si va dalle ricerche di singoli artisti tra i quali Aita Zina, Saverio Gatto, Edoardo Giordano e Giuseppe Macedonio, alle attività collettive della Ceramica di Posillipo, e la manifattura Ceramiche Stella, fino alla suggestiva ideazione per la Mostra Triennale delle Terre Italiane d’Oltremare del 1940. Custode di un patrimonio a rischio di sparizione – ma ben noto ai collezionisti di settore – grazie a questa nuova acquisizione il Museo del Novecento a Castel Sant’Elmo potenzia il suo status di baluardo della tutela artistica e della storia delle arti decorative napoletane. In occasione della nuova acquisizione è stato editato Per una storia delle arti decorative del ’900 a Napoli. Ceramiche dal Liberty all’esperienza della Mostra delle Terre d’Oltremare, catalogo a cura di Maria Grazia Gargiulo, con testi di Claudia Borrelli, Rita Pastorelli, Anna Maria Romano, Mariella Utili. Il volume è ricco di schede dettagliate e riproduzioni di tutte le opere.
Museo del Novecento (1910-1980)
Via Tito Angelini 22 – Napoli
Orario: da lunedì a domenica 9-18; chiuso martedi
www.polomusealecampania.beniculturali.it
L’esposizione del Novecento a Napoli, presso il Museo a Castel Sant’Elmo, si articola attraverso un percorso cronologico suddiviso per sezioni: dalla documentazione della Secessione dei ventitré (1909) o del primo Futurismo a Napoli (1910-1914) al movimento dei Circumvisionisti e del secondo Futurismo (anni Venti-Trenta); dalle testimonianze sulla produzione tra le due guerre alle esperienze succedutesi nel secondo dopoguerra (1948-1958); dal Gruppo ‘Sud’ al cosiddetto Neorealismo; dal gruppo del M.A.C. all’Informale o al Gruppo ’58. Seguono, le sezioni riservate agli anni Settanta, con particolare riferimento, ma non solo, alle Sperimentazioni poetico-visive e all’attività dei gruppi legati alle esperienze condotte nel campo del sociale, fino all’ultima sezione dove è documentata l’attività di quanti – pur continuando a operare dopo l’80 sperimentando linguaggi diversi – si sono già affermati in città in quel decennio prima che il terribile sisma del 23 novembre colpisse e segnasse nel profondo realtà e prospettive di Napoli e di altre aree meridionali.
Pubblicato su La Gazzetta dell’Antiquariato n. 243 – Aprile 2016