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Barbie celebrities

Oltre 150 ruoli per Barbara Millicent Roberts, ragazza del Wisconsin

di Valentina Amelio

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Barbie come Marylin Monroe nel film “Gli uomini preferiscono le bionde”, 1997 © Mattel Inc.

Nel crearla, Ruth Handler volle che Barbie assomigliasse alle dive che animavano le fotografie delle riviste più in voga alla fine degli anni ’50. Da subito i suoi outfit, le sue messe in piega e gli accessori a lei destinati andarono di pari passo con quelli dei personaggi eminenti del cinema, della politica e della moda. Parliamo di Barbie Bubblecut con l’outfit Red Flare ispirato al completo cappello-cappotto rosso di Jackie Kennedy, a cui andava abbinata un’acconciatura corta e corvina, come quella della first lady americana. Parliamo anche dell’outfit Black Magic Ensemble del 1963, dopo che Colazione da Tiffany fece diventare un must il “little black dress”.

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Ruth Handler e il marito Elliott © Mattel Inc. I creatori di Barbie posano con il modello Bubblecut del 1962

Prima ne condivide il palcoscenico, poi ne immortala la grandezza. L’ascesa della bambola-icona nelle sembianze di star della moda, del cinema, dello spettacoloSuperstar Barbie


Barbie, modello Teen Age Fashion Doll, 1959 © Mattel Inc. Barbie Millicent Roberts, qui nella prima versione bionda modello Ponytail, debuttò al New York International Toy Fair il 9 marzo 1959. In mostra a Barbie the Icon, Complesso del Vittoriano, Roma

Alla fine degli anni Settanta, la svolta. In Barbie the Icon, volume a cura di Massimiliano Capella interamente dedicato alla storia di Barbara Millicent Roberts, in arte Barbie, troviamo la conferma: «…a ispirare uno dei più importanti cambiamenti nell’espressione facciale di Barbie fu Farrah Fawcett, protagonista della popolare serie televisiva Charlie’s Angels». Nel 1977, con la messa in vendita del modello Superstar Barbie, nasce il volto sorridente della bambola più nota al mondo, ma Superstar Barbie non esagera nel somigliare alla bella attrice. Casa Mattel, infatti, anche per i modelli successivi preferirà cogliere solo i tratti che rendono Barbie vicina alle dive, senza copiarle o ricordarle troppo. L’idea è quella di dotare di personalità propria Barbara Millicent Roberts. Ed è proprio a questo modello autonomo che Andy Warhol si ispirerà, sedici anni dopo, per il ritratto dell’amico Billy Boy* as Barbie, così come nel precedente quadro Barbie. Cosa era accaduto nel frattempo? Che mentre la bambola si ispirava alle celebrità, diventava una di loro: una diva icona intramontabile lei stessa.


Barbie omaggia le dive

Col passare del tempo, dunque, Barbie va assumendo un’identità autonoma tale da non temere più di non essere riconosciuta e comincia ad omaggiare le altre superstar reali prestando le sue forme per celebrare le dive, permettendo ai suoi lineamenti di modificarsi a seconda del personaggio da interpretare. Attrici, sportive, cantanti non sono più per Barbie modelli a cui guardare, a cui avvicinarsi, ma personaggi da riportare alla memoria. Nel 2011 la stessa Farrah Fawcett (alle cui fattezze il produttore si era ispirato agli inizi) viene ricambiata comparendo come Barbie in un modello a lei dedicato in tutta la sua autenticità. Insomma: Fawcett nelle vesti di Barbie e non il contrario. Trentaquattro anni dopo, dunque, la bambola rappresentava l’attrice in un ritratto perfetto: il sorriso smagliante (molto più aperto di quello assunto da Superstar Barbie), il mento leggermente squadrato e una posa che difficilmente Barbara avrebbe potuto assumere in pubblico, abituata a mostrarsi in piedi per sfoggiare i bei vestiti. Farrah, infatti, è in costume e si appoggia al telo da mare. Ma se vogliamo sapere come sono andate davvero le cose, dobbiamo partire dal principio e parlare di Twiggy, la prima celebrità ad essere stata riprodotta in vinile dalla casa americana nel lontano 1967. Per dirla tutta, l’esile modella inglese alla cui immagine venne affidato il lancio della minigonna, comparve nella famiglia Mattel come l’amica anglosassone di Barbie, con il compito di portare all’interno del gruppo di Barbara il nuovo ideale di donna e di moda appena esploso in Gran Bretagna. Nicoletta Bazzano, nel suo libro La donna perfetta, riporta informazioni interessanti: la prima celebrità riprodotta come bambola non fu personificata da Barbie stessa, ma da un’altra figura che a lei si affiancava insieme a Francie e Casey, rispettivamente una cugina e un’amica di Barbie, due bambole di invenzione Mattel. Allo stesso modo non è Barbara a calzare le scarpe di Diahann Carroll nel 1969, bensì Julia, la prima amica di colore di Barbie, che riproduce le fattezze di un personaggio televisivo di allora. Questi esempi, per significare che l’ascesa di Barbie nel mondo delle superstar avviene con il tempo: dapprima essa condivide con loro il palcoscenico, in seguito ne immortala la grandezza.

I volti di Barbie

Sono moltissimi i ruoli di donne celebri interpretati da Barbara Millicent Roberts nella sua stimata carriera: più di centocinquanta. Nel 1994 fa la sua comparsa Barbie come Rossella O’Hara (la prima di molte versioni dedicate a Via col vento): l’abito è quello bianco a fiori verdi indossato nella scena in cui il giovane suddista dichiara il suo amore ad Ashley; le sue ciglia non sono disegnate – come è solito nella resa della bambola – ma tridimensionali, lunghe e morbide (lo stesso particolare appartiene anche alle numerose varianti di My Fair Lady Barbie Doll, tutte prodotte nel 1996). Nel 1997 viene creata la Barbie come Marilyn, rappresentata nel film di Billy Wilder Quando la moglie è in vacanza. Lo sguardo trasognato, il trucco acceso, il piccolo neo a sinistra del labbro superiore, i capelli platinati e l’abito bianco immortalato nella famosa scena in cui svolazza sollevato dal colpo d’aria proveniente dalla grata… Non manca proprio nulla a questa Marylin alta 29,5 cm. Ma la Mattel non guarda solo alle grandi dive del cinema: ricordiamo la serie Il mago di Oz realizzata in un materiale simile alla porcellana, e la Woman of Royalty Collection, serie inaugurata nel 2005, di cui fanno parte l’Imperatrice Josephine, la Regina Elisabetta I e Marie Antoniette. Queste bambole, ispirate alle grandi donne del passato, sono forse quelle che maggiormente colpiscono e lasciano a bocca aperta con i loro abiti di broccato e i tratti riprodotti fedemente: per personificare la Regina Elisabetta I, il viso di Barbie si fa lungo e ovale, la fronte si allarga per esaltare meglio la pettinatura del 1500; nei panni di Marie Antoniette Barbara presenta la pelle del viso chiara e trasparente, in tutto simile a quella ricercata della regina francese, frutto del trucco molto in voga all’epoca. Anche personaggi contemporanei entrano nel modo omaggiato da Barbie: nel 2007 nasce la figura esile della cantante Cher Doll, insieme alle varianti 70’s e 80’s, e nel 2009 quella più “in carne” di Diana Ross. Come un’attrice che modella le sue forme per esprimere personaggi diversi, così la bambola viene scolpita alla bisogna: oltre agli alti zigomi e alla pelle ambrata, nel 2013, alle Barbie che vestono i panni di Jennifer Lopez Red Carpet e Jennifer Lopez World Tour viene plasmato un perfetto lato B.


LA MOSTRA

Barbie. The Icon

«Barbie the Icon racconta la straordinaria storia di Barbara Millicent Roberts, a noi tutti nota come Barbie». Massimiliano Capella, curatore dell’esposizione, delinea in un’intervista l’essenza della mostra: «Attraverso sei sezioni riusciamo a narrare le grandi trasformazioni, sì di Barbie, ma soprattutto della società occidentale nella seconda metà del XX secolo. Barbie non è soltanto la grande protagonista di questa mostra ma è anche una guida speciale attraverso la quale raccontare i momenti fondamentali della società, ma anche le grandi conquiste, soprattutto della donna, a partire dal 1959». Inaugurata al Mudec di Milano il 28 ottobre, a partire dal 15 aprile l’esposizione si è spostata al Complesso del Vittoriano di Roma, sotto la produzione di Arthemisia Group e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, in collaborazione con Mattel, dove sarà visitabile fino al 30 ottobre. Il percorso espositivo romano si articola in ricche sezioni che percorrono tutta la storia iconografica della bambola, soffermandosi sui vari aspetti del fenomeno Barbie. Si possono ammirare centinaia di esemplari, alcuni dei quali mai arrivati in Italia. Diversi livelli di lettura offrono opportunità di approfondimento per tutti i visitatori: informazioni di approfondimento storiche e culturali pensate per il pubblico adulto e postazioni dedicate ai bambini che, a fine percorso, trovano anche una casella di posta in cui lasciare lettere a Barbie, suggerimenti, disegni.

Barbie. The icon
Complesso del Vittoriano – Ala Brasini
via San Pietro in Carcere – Roma
Fino al 30 ottobre 2016
Orario: lunedì-giovedì 9.30-19-30; venerdì e sabato 9.30-22; domenica 9.30-20.30.
Aperture straordinarie: 2 giugno, 29 giugno, 15 agosto 9.30 – 20.30

Dal 18 maggio al 2 ottobre
Barbie the Icon è anche a Palazzo Albergati, Bologna


Articolo pubblicato su La Gazzetta dell’Antiquariato n. 245 – Giugno 2016

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