Anniversari Primo piano 

Leopoldo Metlicovitz. Prima grande retrospettiva dell’illustratore triestino in occasione del 150° dalla nascita

Metlicovitz. L’arte del desiderio. Manifesti di un pioniere della pubblicità” è il titolo della mostra celebrativa visibile ai Musei “Revoltella” e “Carlo Schmidl” di Trieste fino al 17 marzo. Dal 6 aprile la monografica si sposterà al Museo Nazionale Collezione Salce, di Treviso, dimora abituale di gran parte dei manifesti esposti.

Leopoldo Metlicovitz, cartellonista, illustratore e pittore, nacque a Triste nel 1868 e morì a Ponte Lambro (CO) nel 1944. Figura di spicco nell’ambito della grafica pubblicitaria del primo Novecento italiano, fu maestro e collega del più noto concittadino Marcello Dudovich. Il suo nome è soprattutto legato alla lunga e felice collaborazione con le Officine Grafiche Ricordi di Milano.

 

Leopoldo Metlicovitz, “Sauzé Frères”, 1908-1910, cromolitografia su carta, cm 110,1×79,6 – siglato LM (Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso)

 

Gli esordi

Figlio di un triestino ‘ottico meccanico’ di origini slovene, Leopoldo Metlicovitz studia presso la scuola professionale di Trieste dove la sua abilità nel disegno e nell’ornato viene premiata con diversi riconoscimenti. Nel 1882 circa inizia l’apprendistato di litografo in uno stabilimento tipolitografico di Udine, mentre come pittore paesaggista si fa notare alla mostra del Circolo Artistico di Trieste del 1886.
Ventenne, Leopoldo si trasferisce a Milano dove dapprima lavora presso la ditta dei Fratelli Tensi “Fabbrica di Carte e Lastre per Fotografia e Radiofotografia” e successivamente approda alle rinomate Officine Grafiche Ricordi come litografo ‘cromista’. È il 1889. Da allora in poi, la sua vita e il suo lavoro si svolgeranno prevalentemente lontano dalla città natale.

 

Leopoldo Metlicovitz, “Distillerie Italiane – Apparecchi a gas d’alcool”, 1899, cromolitografia su carta, cm 140,1×99,2 – siglato LM (Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso)

 

Presso la Ricordi. Da ‘cromista’ a ‘direttore artistico’

All’ingresso di Metlicovitz alla Ricordi, le Officine Grafiche milanesi sono già da anni una realtà editoriale rinomata e in piena espansione.
L’impresa aveva preso vita nel 1808 con Giovanni Ricordi che, da semplice copista, con lungimiranza era riuscito negli anni ad espandere la sua attività nel campo dell’editoria musicale, grazie alla produzione e al noleggio delle partiture musicali ai teatri.
Dall’editoria legata a quel mondo (grandi cartelloni murali, copertine di spartiti musicali con riduzioni per canto e pianoforte, libretti d’opera, bolli chiudilettera, ecc.) a quella indirizzata alla promozione di ogni tipo di azienda, il passo fu breve.

 

Leopoldo Metlicovitz, “La Sera”, 1898, cromolitografia su carta, cm 54,3×94 – siglato LM (Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso)

 

Negli ultimi decenni del secolo che segna in tutta Europa un grande progresso tecnico, industriale, culturale, le attività commerciali, i nuovi brevetti, le fabbriche in espansione, le grandi esposizioni…, trovano nell’avviso figurato – come allora è denominato il genere manifesto pubblicitario – il miglior mezzo per farsi conoscere.
Il cartellone murale – con le sue declinazioni di formato e suoi derivati quali volantini, cartoline postali e da collezione, annunci illustrati su quotidiani e riviste – trova largo utilizzo espandendo un settore tipografico che diverrà sempre più remunerativo.
Nel 1888 è Giulio Ricordi a dare ulteriore slancio alle Officine Grafiche di famiglia quando, giunto a capo dell’azienda, affida all’artista, scenografo e costumista tedesco Adolf Hohenstein (1854-1928) il ruolo di direttore creativo. Accanto a lui prede posto Leopoldo Metlicovitz, dal 1892 come direttore tecnico e poi, dal 1897 circa, come vero e proprio creativo che, oltre ad elaborare tecnicamente gli avvisi figurati altrui, crea lui stesso cartelloni ideandone i soggetti e realizzandoli artisticamente.

 

Leopoldo Metlicovitz, “Inaugurazione Sempione – Esposizione Internazionale Milano”, 1906, cromolitografia su carta, cm 102,4×69,5 (Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso)

 

Le immagini icona

Per le Officine Grafiche Ricordi, Metlicovitz inventa negli anni un grand numero di affiches pubblicitarie rimaste nell’immaginario collettivo anche perché riutilizzate fino ai nostri giorni per decorare supporti di divario tipo. Si tratta infatti di opere dal affascino inestinguibile perché fortemente cariche di quel modernismo internazionale alla ricerca di un linguaggio comunicativo nuovo e accattivante, create per committenti che variano fortemente quanto a settore d’impresa. Sebbene tutte di altissima qualità, non è difficile evidenziare tra esse alcune di quelle che sono rimaste ad emblema della sua arte e che ai giorni nostri decretano il suo successo come autore in ambito collezionistico.
Ricordiamo innanzi tutto le affiches dei Grandi Magazzini Mele, di Napoli, per le quali la Ricordi editò – in circa vent’anni – vere e proprie e proprie campagne pubblicitarie sotto il segno dell’eleganza del disegno, dell’impatto del colore, della forza iconografica.

 

Ed ancora, i manifesti legati al teatro e all’opera, come quello per la Turandot o quello per Madama Butterfly, immagini leggiadre e al tempo stesso incisive.
Risultano ai nostri occhi penetranti e persuasive anche le opere grafiche legate alla divulgazione dei grandi eventi, come il manifesto che Metliclovitz ideò del nel 1906 per l’Esposizione Internazionale di Milano in occasione dell’apertura del traforo ferroviario del Sempione, o quello disegnato per l’Esposizione Internazionale dell’Industria e del Lavoro di Torino del 1911.
Chiude la piccola carrellata delle immagini più note di Metlicovitz, la notissima affiche realizzata per la Itala Film in occasione dell’uscita del capolavoro del cinema muto Cabiria (1914) di Giovanni Pastrone, dove si vede la protagonista sacrificata a Moloch avvolta dalle lingue di fuoco.


La mostra

Metlicovitz. L’arte del desiderio. Manifesti di un pioniere della pubblicità

È stata definita mostra “risarcimento” dalle ideatrici dell’evento celebrativo – Laura Carlini Fanfogna, Direttore del Servizio Musei e Biblioteche del Comune di Trieste, e da Marta Mazza, Direttore del Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso – perché sulla figura di Leopoldo Metlicovitz, cartellonista di chiara fama, in ambito espositivo era da tempo ingiustamente calato il sipario.

 

Ebbene, in questi mesi una mostra che coinvolge a Trieste due importanti istituzioni civiche – il Museo “Revoltella” e il Museo Teatrale “Carlo Schmidl” – e una seconda esposizione a Treviso presso il Museo Nazionale Collezione Salce – a pochissima distanza di tempo – rimettono in pari la cosa.
Nella ricorrenza dei 150 anni dalla nascita, con l’intento di illustrare l’intero arco della produzione e di fare il punto sullo stato attuale degli studi sul cartellonista e pittore triestino, vengono presentati al pubblico oltre settanta manifesti (fra cui alcuni di formato gigante), decine di esempi di grafica “minore” ed alcune opere pittoriche.
Al Museo Revoltella è testimoniato l’intenso lavoro che Metlicovitz dedica, attraverso cartoline, cartoncini o calendari pubblicitari, alla promozione dei più vari prodotti commerciali, talora miniaturizzando i soggetti dei suoi stessi cartelloni, nonché la sua produzione di cartoline patriottiche realizzate negli anni della Grande Guerra. Al Museo “Carlo Schmidl” è visibile il materiale attinente alla sfera musicale-teatrale, con particolare riguardo alle splendide copertine per la rivista Musica e musicisti (1902-1906).

 

La rassegna è curata dallo scrittore e storico dell’arte Roberto Curci che proprio al Revoltella, nel 2002-2003, si occupò della grande retrospettiva dedicata a Marcello Dudovich (1878-1962) concittadino e allievo di Metlicovitz.
Un esaustivo catalogo approfondisce la storia lavorativa del prolifico artista onesto e schivo che, pur ammirato e riprodotto, nel corso del Novecento non ha goduto della stessa attenzione e fortuna critica dell’amico e collega/rivale presso le Officine Grafiche Ricordi.

 

Leopoldo Metlicovitz, “Sogno d’un valzer”, 1910, cromolitografia su carta, cm 199×99 (Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso)

“Metlicovitz. L’arte del desiderio. Manifesti di un pioniere della pubblicità”
Fino al 17 marzo 2019
Trieste – Civico Museo Revoltella – Galleria d’Arte Moderna, via Diaz 27
Orario: tutti i giorni 9-19; martedì chiuso
www.museorevoltella.it

Trieste – Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, via Rossini 4 (Sala Attilio Selva)
Orario: tutti i giorni 10-17
www.museoschmidl.it

dal 6 aprile al 18 agosto 2019
Vicenza – Museo Nazionale Collezione Salce, via Carlo Umberto 31 (Chiesa San Gaetano)
Orario: mercoledì-domenica 10-18
www.collezionesalce.beniculturali.it

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