MIC. Nuova sezione permanente
Il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza apre uno spazio dedicato esclusivamente al design e alla ceramica d’uso
Ha aperto il 22 maggio 2021 “Ceramiche popolari, design e rivestimenti, tra passato e futuro”, la nuova sezione del MIC di Faenza che presenterà in permanenza tipologie che sin dall’antichità si sono utilizzate quotidianamente nelle case: piastrelle di rivestimento, servizi da tavola, vasi…, oltre 2000 oggetti che esplorano la storia della ceramica attraverso forme d’uso e stili di vita.
Antichi reperti si confrontano con le proposte di arte applicata dei secoli successivi fino ad arrivare al Novecento, secolo in cui il concetto di design si fa largo anche nelle arti applicate attraverso la creatività di importanti nomi che hanno realizzato soluzioni belle e funzionali divenute presto anche ceramiche da collezione ricercatissime. Tra essi ricordiamo: Gio Ponti, Antonia Campi, Enzo Mari, Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Nanni Valentini, Alfonso Leoni, Denis Santachiara. Ma non mancano autori più contemporanei come: Patricia Urquiola, Christina Hamel, Simon Zsolt, Diego Dutto, FormaFantasma, Diego Grandi, Philippe Nigro, Zaven e tanti altri.
“La nuova sezione permanente – spiega Claudia Casali, direttrice del MIC – mostra come la ceramica racconti gli stili di vita delle diverse epoche, gusti e mode che si sono succeduti nei secoli lasciando tracce importanti nella vita dell’uomo. Essa vuole inoltre mettere in luce i dialoghi costanti tra arte e design, tra reciproche introspezioni e interazioni, mai nascoste dagli stessi protagonisti, fondamento invece dei percorsi delle nuove generazioni”.
Diviso in tre capitoli principali, l’allestimento presenta nell’ordine: le ceramiche popolari dal XVIII al XX secolo con oggetti utilizzati per il lavoro nei campi, per la cucina, la dispensa e la tavola; un’amplissima parte dedicata ai rivestimenti ceramici (il MIC conta infatti oltre 15mila esemplari di piastrelle industriali di particolare significato storico, produttivo, artistico, realizzate nel XX e XXI secolo), e infine l’insieme più corposo della sezione dedicato al XX e XXI secolo, con autori chiave del design e del dialogo tra le arti avvenuto proprio nella contemporaneità.
Curata da Claudia Casali e Valentina Mazzotti, con la collaborazione di Daniela Lotta, Federica Fanti ed Elena Dal Prato, la nuova esposizione permanente amplia ancor più il già ricco panorama di arti decorative offerto dall’importante Museo faentino che conserva ceramiche europee dall’antichità al contemporaneo e raccolte di manufatti provenienti da diverse parti del mondo: dal vicino all’estremo Oriente, dalle antiche Americhe all’Asia islamica.
“Il nuovo allestimento – commenta Valentina Mazzotti, conservatrice del MIC – mette ancora una volta in luce la grande ricchezza tipologica delle raccolte del MIC. Nello specifico l’esposizione si propone di analizzare il manufatto ceramico d’uso sia come rivestimento in un articolato percorso dai sontuosi pavimenti maiolicati del Rinascimento fino alla produzione industriale del XX-XXI secolo, sia come oggetto che assolve a specifiche funzioni quotidiane. In questo contesto le forme assumono un ruolo di primaria importanza, in quanto sono legate all’utilizzo degli oggetti, e attraverso le ceramiche esposte è documentato come esse siano state interpretate nel corso dei secoli fino alle letture offerte dal design in epoca contemporanea”.
Il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza fu fondato nel settembre del 1908 a conclusione della grande Esposizione Internazionale dedicata ad Evangelista Torricelli, matematico e fisico faentino, famoso in particolare per aver creato il barometro e il cosiddetto tubo di Torricelli. La sua costituzione si deve soprattutto a Gaetano Ballardini (Faenza 1878-1953) col sostegno di un comitato comprendente anche il noto imprenditore forlivese Tito Pasqui. Storico dell’arte, agli inizi del Novecento Ballardini fu fra i primi ad iniziare gli studi sulla ceramica antica che proseguì per tutta la vita pubblicando anche testi specialistici in merito. Fondato il Museo in Faenza ne restò direttore fino alla morte.
La donazione di opere ceramiche da parte di privati e imprese costituì il nucleo originario del Museo che progressivamente si arricchì di altri esemplari. Dopo il un brusco arresto nel maggio 1944, quando un bombardamento ne causò la quasi completa distruzione e gravi perdite nelle collezioni e nel materiale archivistico, con forte determinazione iniziò la ricostruzione che vide il sostegno della comunità faentina e di una fitta rete di contatti nazionali ed internazionali. Lo stesso Ballardini riorganizzò le raccolte e diede nuovo impulso alla vita del Museo. Le finalità originarie espresse nello statuto – acquisire, conservare e soprattutto promuovere la produzione ceramica – sono rimaste attuali fino ad oggi.
MIC Faenza
viale Baccarini 19 – Faenza (RA)
Orari: da martedì al venerdì 14-19, sabato e domenica 10-19; chiuso i lunedì non festivi
Accesso senza prenotazione
Visite guidate nell’ambito dei “Martedì d’Estate”: il martedì, ogni 15 giorni, a partire dall’8 giugno e fino alla fine di luglio, alle 18 (ingresso + visita 10 euro, faentini 8)
www.micfaenza.org